La storia della strega è ricca e complessa, radicata in secoli di folklore, miti e credenze popolari. Ma se ci soffermiamo a pensar a quale aspetto ha una strega, immaginiamo forse una donna vecchia, con il naso adunco, il cappello a punta  qualche verruca l’immancabile scopa e magari anche la pelle di colore verde. In realtà questa idea presente nel nostro immaginario comune deriva dal film “ Il mago di OZ” del 1939, diretto da Fleming. Il film è in bianco e nero fino a quando Dorothy non entra nel mondo di Oz. Da quel momento tutto diventa un esplosione di colori, così vividi ed accesi che per quel tempo erano una mezzo novità perciò il regista attuò delle modifiche dal libro: le scarpette d’argento divennero di rubino, la città di smeraldo, il sentiero giallo, tutto doveva essere estremamente colorato. Di conseguenza anche la strega dell’ovest Fleming decise di “ tingerla “ di verde. Ma Fleming come arriva a questo?

Bisogna andare indietro nel tempo di secoli e secoli sino ad arrivare all’antica Grecia. I greci vedevano la magia come il modo in cui i barbari combattevano in guerra e visto che i popoli più vicino ai greci indossavano il berretto frigio, capitava spesso che il forestiero avesse il cappello a punta. Anche nell’antica Roma si credeva nella magia tant’è vero che ad un certo punto diventò illegale. Il nome STREGA inizialmente indicava lo strige (strix) un uccello pericolosissimo(mai esistito)che grazie agli scritti di Apuleio, Ovidio etc.. questo uccello maligno iniziò a fondersi con la figura di donna cosicché le striges divennero nell’immaginario collettivo donne fatali come Gorgona, Ericto, Medea, Diana, Ecate.

Indi le prime streghe sono state identificate come figure storiche e mitologiche associate alla stregoneria, spesso in contesti culturali diversi. Legate alla medicina, alla divinazione e ai riti religiosi: come Hecate, la dea greca della magia e della stregoneria, oppure Lamia o Medusa.

Queste tre figure, ad esempio, sono accomunate dalla potenza dello sguardo, ovvero una notevole connessione psichica, da una bellezza ammaliante e pericolosa( nel caso di Lamia) e nel caso di Hecate da una profonda connessione con l’aldilà e perciò con l’inconscio. Vere e proprie capostipiti della figura della strega sono Circe e Medea. Possiamo capire, già da questo breve incipit, che la rappresentazione della strega si divide in due parti: da una parte abbiamo la donna ammaliante sensuale dall’altra si contrappone l’immagine della vecchiaccia mostruosa.

Da una parte troviamo la bellezza pericolosa mentre dall’altra la potenza della psiche. 

Donne valdesi raffigurate come streghe, miniatura da un manoscritto di Martin Le Franc, Le champion des dames, 1451

Medioevo e Rinascimento

Nel Medioevo e soprattutto dal 1400 in poi, la figura della strega cominciò a essere associata a pratiche magiche e ad una connessione con il diavolo. In molte culture europee, le streghe venivano considerate come donne che praticavano la magia nera, e questo portò a una serie di processi e persecuzioni. Le famose cacce alle streghe, che raggiunsero il culmine tra il XVI e il XVII secolo, portarono alla condanna e all’esecuzione di migliaia di donne (e anche uomini) accusati di stregoneria. Durante questi periodi, le streghe erano spesso rappresentate come figure minacciose, associate al male e alla magia nera. In arte si mostravano streghe con attributi come cappelli a punta, scope e gatti neri, simboli di stregoneria e maleficio. Opere come “Il Malleus Maleficarum” (il Martello delle Streghe) contribuivano a diffondere queste immagini. Il libro pubblicato nel 1487 in Germania da due frati domenicani, fu un vero e proprio best seller non ufficiale. Poiché non fu mai adottato dalla Chiesa. 

Albrecht Dürer, La strega, 1500, incisione, cm 11×7, MET, New York

L’incisione “La strega” di Albrecht Dürer, realizzata intorno al 1500, è una delle opere più evocative dell’artista tedesco e mostra la maestria di Dürer nella tecnica dell’incisione su rame. Nell’immagine, una strega è rappresentata in un momento di intensa suggestione. È raffigurata mentre si prepara a lanciarsi in un incantesimo posseduta dal diavolo, con dettagli che enfatizzano la sua figura scheletrica e il suo aspetto inquietante. I capelli  in disordine ed il volto scarno evocano una sensazione di maleficio e mistero. La strega tiene in mano una sorta di bastone o bacchetta magica, mentre attorno a lei si trovano elementi simbolici che rimandano al mondo del soprannaturale, come animali e oggetti misteriosi che contribuiscono a creare un’atmosfera di tensione e inquietudine. Dürer utilizza linee incisive e un’illuminazione sapiente per dare profondità all’immagine, mentre i contrasti tra luce e ombra accentuano la drammaticità della scena. L’opera riflette non solo la fascinazione del periodo per la stregoneria, ma anche le paure e le superstizioni dell’epoca. La rappresentazione della strega può essere vista come una critica alla paura del diverso e all’ignoranza, temi ricorrenti nella società rinascimentale.

Hans Baldung, Le streghe, 1510, xilografia, cm 39×27, MET, New York

Anche l’artista Hans Baldung realizza una xilografia con “Le streghe” nel 1510. Questa incisione è un esempio straordinario dell’arte del periodo che riflette le preoccupazioni culturali e superstiziose del tempo riguardo alla stregoneria. Nell’immagine, Baldung rappresenta un gruppo di streghe in un’atmosfera carica di tensione e mistero. Le figure femminili sono ritratte in pose dinamiche, con espressioni che oscillano tra il diabolico e il seducente. Alcune streghe danzano, mentre altre sembrano compiere rituali, creando un senso di movimento e vitalità. L’illuminazione ed i contrasti sono utilizzati magistralmente per enfatizzare le figure e i dettagli, come gli abiti stravaganti e gli accessori, che suggeriscono un legame con il soprannaturale.

Baldung, allievo di Dürer, mostra una padronanza tecnica che conferisce all’opera un’intensa carica emotiva e una narrazione visiva avvincente. “Le streghe” non è solo un ritratto della stregoneria mette in evidenza il conflitto tra il sacro e il profano.

Tra Seicento e Settecento

Nel Seicento, la rappresentazione delle streghe iniziò a cambiare. Artisti come Francisco Goya, con il suo famoso dipinto “Il grande capro espiatorio”, mostrano streghe in contesti più sinistri e misteriosi. Qui, le streghe erano spesso raffigurate in rituali o in compagnia di demoni, sottolineando il legame tra stregoneria e occulto.

Salvator Rosa, Streghe durante i loro incantesimi, 1615-1673, olio su tela, cm 72×132, National Gallery, Londra

Il dipinto “Streghe durante i loro incantesimi” di Salvator Rosa, realizzato tra il 1615 e il 1673, è un’opera affascinante che cattura l’attenzione per la sua drammaticità e il suo simbolismo. Nell’opera, Rosa rappresenta un gruppo di streghe immerse in un rituale magico. Le figure femminili, vestite con abiti scuri e inquietanti, sono ritratte in pose dinamiche e suggestive, mentre si dedicano a incantesimi e pratiche oscure. L’atmosfera è carica di tensione e mistero, enfatizzata da un’illuminazione drammatica che mette in risalto le azioni compiute. Uno degli elementi centrali del dipinto è il pentolone fumante, simbolo classico della stregoneria, attorno al quale le streghe si radunano, creando un senso di comunità e di complicità. Gli oggetti sparsi, come erbe e strumenti magici, amplificano il tema dell’occulto. Rosa utilizza una palette di colori scuri e terrosi, che contribuisce a creare un’atmosfera grave. La rappresentazione delle streghe riflette non solo la fascinazione per il soprannaturale dell’epoca, ma anche una critica sociale e culturale alle paure collettive legate alla stregoneria e all’ignoto.

Johann Heinrich Füssli, Le tre streghe, 1783, olio su tela, cm 65×91, Kunstahaus, Zurigo

Johann Heinrich Füssli è conosciuto anche come il pittore del diavolo poiché ogni sua opera è permeata d’interesse verso l’oscuro. Una delle sue tele più famose si intitola Le tre streghe ed è stata realizzata nel 1783. Questo dipinto è un esempio emblematico dello stile romantico e del gusto per l’oscurità e il soprannaturale che caratterizzava l’arte di Füssli. Nell’opera, le tre streghe sono rappresentate in una scena che evoca un’atmosfera suggestiva carica di toni cupi. Le figure, con espressioni che oscillano tra il diabolico e il malizioso sono posizionate in fila, quasi sovrapposte l’una all’altra. La luce fioca e le ombre drammatiche contribuiscono a creare un clima di tensione e magia. Füssli gioca con il contrasto tra le figure delle streghe e il loro ambiente circostante che risulta scarno e poco visibile, enfatizzando, di conseguenza, i dettagli dei loro abiti e delle loro posture. Le streghe sembrano essere in un momento di intenso incanto, mentre gesticolano e si scambiano sguardi che suggeriscono segreti e profonda complicità. La composizione è caratterizzata da un forte contrasto, con linee curve e movimenti che guidano lo sguardo dello spettatore all’immersione totale nel dipinto, quasi fosse lo spettatore stesso in attesa del verdetto delle streghe. L’opera riflette non solo l’interesse di Füssli per il soprannaturale, ma pone interrogativi sul confine tra realtà e fantasia. In sintesi, “Le tre streghe” di Füssli è un’opera che cattura l’immaginazione con la sua combinazione di abilità tecnica e contenuti simbolici, rappresentando una visione affascinante e inquietante della stregoneria.

Francisco Goya, Il sabba delle streghe, 1797-1798, olio su tela, cm 43 x 30, Madrid, Museo Lázaro Galdiano

Francisco Goya dal canto suo con “ il sabba delle streghe” ammalia. Realizzato tra il 1789 e il 1790 questo dipinto rappresenta una scena notturna in cui un gruppo di streghe si riunisce attorno a un grande capro, simbolo del diavolo, mentre un’altra figura, che si suppone sia il “Grande Inquisitore”, osserva la scena.  L’atmosfera è carica di mistero e tensione. le streghe, ritratte con volti deformati e posture contorte, evocano paura e fascino. Goya, attraverso questa opera, esplora temi di superstizione, paura del male e l’oscurità della natura umana. Il dipinto è anche una critica alle credenze popolari e alle pratiche dell’epoca, riflettendo la transizione dall’illuminismo verso una visione più complessa e inquietante della società. La rappresentazione del sabba delle streghe quindi funge da allegoria delle paure sociali e dei pregiudizi del suo tempo.

uesti sono solo alcuni esempi di come la figura della donna, strega, arpia, malefica, gorgona, meretrice viene rappresentata nell’arte attraverso i secoli. Di esempi ce ne sono a bizzeffe, noi abbiamo cercato di esaminarne solo una piccolissima parte.

Con il Romanticismo, la figura della strega assunse un aspetto più complesso e sfumato. Artisti come Gustave Moreau e Odilon Redon la rappresentavano con una certa fascinazione, enfatizzando la loro connessione con la natura e il mistero. Man mano la narrativa sulle streghe si è evoluta, passando da figure temute a simboli di ribellione e libertà, specialmente nei movimenti femministi del XX secolo. Oggi, la strega è spesso rappresentata in modo più positivo, come una figura di saggezza e connessione con la natura. Opere di artisti come Judy Chicago e Marina Abramović esplorano questi temi, rivalutando l’immagine della strega come una figura di forza e libertà.

Inoltre, le streghe hanno trovato spazio nella cultura popolare, diventando protagoniste di libri, film e serie TV, da “La bella e la bestia” a “Sabrina, vita da strega”. Queste rappresentazioni moderne hanno contribuito a ridefinire il loro ruolo e a sfumare le linee tra bene e male.

In conclusione questa evoluzione nell’iconografia della strega riflette non solo le paure e le ansie delle varie epoche, ma anche le trasformazioni nella percezione del potere femminile dell’indipendenza e della spiritualità.

Giulia Bertuccelli

Storica dell’arte laureata all’Università di Pisa. Affianca per un anno una ditta privata di restauro (tirocinio- Ditta Restauro Garosi, Firenze) poi si forma professionalmente come assistente di galleria, trasferendosi in un secondo momento a Barcellona e lavorando per Espronceda Institute of Art and Culture. Fondatrice del blog Mag Arte, sogna l'estinzione dell' ignoranza. Ama leggere disegnare e scrivere poesie. Ha un forte senso del dovrei e dimostra meno danni di quelli che ha.

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