Sant’Agnese è una delle sante più venerate del cristianesimo, in particolare nella tradizione cattolica. La sua vita e il suo martirio sono diventati simboli di purezza e fede incrollabile. Agnese nacque a Roma intorno al 291 d.C. in una famiglia nobile e cristiana. Crebbe in un periodo in cui il cristianesimo era ancora perseguitato dall’Impero Romano, ma Agnese si distinse fin da giovane per la sua fede e devozione a Dio. Considerata una ragazza di rara bellezza, molti giovani nobili romani volevano sposarla, ma lei rifiutò tutti, dichiarando di voler restare vergine per consacrare la sua vita a Cristo. Uno dei suoi pretendenti,(OVVIAMENTE) risentito per il rifiuto (FIGURIAMOCI SE LA POTEVA PASSARE LISCIA LA POVERA AGNESE), la denunciò alle autorità romane come cristiana. All’epoca, l’imperatore Diocleziano stava conducendo una violenta  campagna di persecuzione. Per punirla e costringerla a rinnegare la sua fede, Agnese fu condannata a essere esposta nuda in un bordello pubblico (perché lo sappiamo bene che L’UNICO MODO CHE AVEVANO PER SEDARE UNA DONNA LIBERA DI SCEGLIERE ERA UMILIARLA). Tuttavia, secondo la leggenda, miracolosamente i suoi capelli crebbero così lunghi da coprirle il corpo, proteggendo la sua modestia, cosicché nessun uomo osò avvicinarsi a lei. Nonostante questo miracolo, Agnese fu infine condannata a morte. Secondo alcune versioni, fu decapitata, mentre altre raccontano che fu uccisa con una spada alla gola, un metodo di esecuzione riservato alle vergini. Morì intorno al 304 d.C., all’età di soli 12 o 13 anni.

culto e simbolismo

Il culto di Sant’Agnese iniziò immediatamente dopo la sua morte, ed è considerata una delle martiri più antiche e venerate della Chiesa. Il suo nome compare già nel Canone Romano della Messa. La sua festa si celebra il 21 gennaio, e la Basilica di Sant’Agnese fuori le Mura, a Roma, sorge nel luogo tradizionale della sua sepoltura. Sant’Agnese è considerata il simbolo della purezza e dell’innocenza, ed è spesso rappresentata con un agnello, simbolo della sua innocenza e del sacrificio. Il nome “Agnese” stesso richiama il latino agnus, che significa agnello. Un’antica tradizione legata a Sant’Agnese è la benedizione degli agnelli nella sua festa. Da questi agnelli viene ricavata la lana per confezionare i “palli”, una fascia di lana bianca con croci nere che il Papa consegna agli arcivescovi metropoliti come simbolo del loro legame con il Papa e la Chiesa.

La vita di Sant’Agnese continua a essere una testimonianza di fede incrollabile, e il suo martirio è un esempio del coraggio e della determinazione di fronte alla persecuzione.

ICONOGRAFIA: ovvero gli attributi che ci permettono di riconoscere la santa

L’iconografia di Sant’Agnese è ricca di simboli che riflettono la sua purezza, la sua giovane età e il suo martirio. Elenchiamo gli elementi principali che solitamente caratterizzano le rappresentazioni artistiche della santa:

in primis L’Agnello

L. Amidani, Sant’Agnese, 1620 circa

L’elemento più distintivo nell’iconografia di Sant’Agnese è l’agnello, che richiama il suo stesso nome (dal latino agnus, “agnello”) e simboleggia la purezza e l’innocenza. L’agnello è anche un simbolo di Cristo, l’Agnello di Dio, e perciò ci suggerisce il suo sacrificio. Difatti la santa viene spesso raffigurata con un piccolo agnello in braccio o accanto a lei.

Un altro elemento comune è la palma, che nella tradizione cristiana è il simbolo del martirio e della vittoria della fede sulla morte. Agnese, essendo una martire, viene spesso rappresentata con una palma in mano.

Sant’Agnese è quasi sempre raffigurata come una giovane fanciulla vestita con abiti semplici e modesti, a sottolineare la sua verginità e la sua consacrazione a Dio. A volte indossa una tunica bianca, simbolo di purezza.

G. del Po, Sant’Agnese, 1700 ca., museo Donnaregia, Napoli

In alcune rappresentazioni, i capelli lunghi di Sant’Agnese coprono interamente il suo corpo. Questo richiama alla leggenda secondo cui i suoi capelli crebbero miracolosamente per proteggerla quando fu esposta nuda. I capelli, in queste immagini, diventano un segno della sua modestia e dell’intervento divino.

C. Procaccini, Martirio di Sant’Agnese, 1590-92, Pinacoteca Castello Sforzesco, Milano

Mentre in altre raffigurazioni, Sant’Agnese è rappresentata con una spada o un coltello, lo strumento del suo martirio, poiché fu uccisa con un colpo alla gola. Questo strumento sottolinea la sua morte violenta in nome della fede.

Talvolta la santa viene raffigurata con una corona di fiori sul capo, che richiama la sua giovinezza e la sua purezza, simboleggiando anche la sua vittoria spirituale sulla terrena. In alcune iconografie, si può vedere il fuoco accanto alla Santa. Questo dettaglio deriva dalla leggenda secondo cui, prima di essere decapitata, fu condannata a essere bruciata viva, ma le fiamme si rifiutarono di toccarla, lasciandola illesa. Infine in alcune raffigurazioni, specialmente in contesti più devozionali, Sant’Agnese può essere rappresentata con lo sfondo della Basilica di Sant’Agnese fuori le Mura a Roma, il luogo tradizionale del suo sepolcro.

Sant’Agnese nell’arte

Molti artisti si cimentarono nella rappresentazione di Sant’Agnese come ad esempio un pittore anonimo, conosciuto come il “Maestro di Sant’Agnese” attivo nel XIV secolo , è noto per aver realizzato un polittico con una rappresentazione di Sant’Agnese, oggi conservato presso il Museo di San Matteo a Pisa. La santa è raffigurata con gli attributi tipici, come l’agnello e la palma del martirio. Andrea del Castagno (1421-1457) importante artista rinascimentale, ha dipinto un famoso affresco di Sant’Agnese nel Cenacolo di Sant’Apollonia a Firenze. In questo ciclo di affreschi, le figure dei santi sono rappresentate con grande forza espressiva e potenza plastica e Sant’Agnese è raffigurata con l’agnello e la palma. Cosi come Domenico Zampieri, noto come Domenichino (1581-1641), ha dipinto “Il Martirio di Sant’Agnese”(1620 circa), una delle opere più note sulla santa. In quest’opera, la santa è rappresentata nel momento del martirio, con un agnello ai suoi piedi, mentre viene protetta dagli angeli. L’opera si trova nella Galleria Doria Pamphilj a Roma.

Domenichino, Martirio di Sant’Agnese, 1619-21, Pinacoteca nazionale di Bologna

Giovanni Lanfranco (1582-1647), importante esponente del Barocco, ha realizzato diverse opere dedicate a Sant’Agnese. Una delle sue più celebri è un dipinto che la raffigura la santa con l’agnello e la palma del martirio, oggi conservato a Roma. Lanfranco enfatizza l’aspetto mistico della santa, con un forte uso della luce per esaltarne la sua spiritualità.

Il pittore spagnolo Francisco de Zurbarán, noto per le sue raffigurazioni mistiche e intense dei santi, ha dipinto Sant’Agnese con un agnello in braccio, la santa ha un’espressione serena e una luce morbida che ne sottolinea la purezza.

F. de Zurbaran, sant’Agnese, XVII sec, coll. Privata

Invece, il grande scultore Gian Lorenzo Bernini ha realizzato la statua di Sant’Agnese che si trova all’interno della Basilica di Sant’Agnese in Agone, a Roma. La scultura fa parte dell’architettura barocca della chiesa, commissionata dalla famiglia Pamphilj rappresenta la santa in un atteggiamento di estasi e devozione.

G.L. Bernini. Estasi di sant’Agnese, Chiesa di Sant’Agnese in Agone, Roma

Questi artisti, ciascuno con il proprio stile e la propria visione, hanno contribuito a rendere Sant’Agnese una delle sante più riconoscibili e venerate nell’arte sacra cristiana.

Come abbiamo potuto osservare l’iconografia di Sant’Agnese, con i suoi simboli distintivi, la rende facilmente riconoscibile e carica di significato spirituale, sia per la sua genuinità che per il coraggio del suo martirio.

Giulia Bertuccelli

Storica dell’arte laureata all’Università di Pisa. Affianca per un anno una ditta privata di restauro (tirocinio- Ditta Restauro Garosi, Firenze) poi si forma professionalmente come assistente di galleria, trasferendosi in un secondo momento a Barcellona e lavorando per Espronceda Institute of Art and Culture. Fondatrice del blog Mag Arte, sogna l'estinzione dell' ignoranza. Ama leggere disegnare e scrivere poesie. Ha un forte senso del dovrei e dimostra meno danni di quelli che ha.

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