Si parla sempre troppo poco degli artisti che gravitano nelle nostre zone, tra Viareggio e Carrara, ma perché? Eppure ci sono menti così delicate, così brillanti e così geniali…
Una di queste è Tommaso Bianchi artista poliedrico con una forte passione per la scrittura e la musica. Ha dedicato gran parte della sua vita a queste due arti, coltivando una carriera ricca di progetti interessanti e vari.
Da un punto di vista musicale Tommaso Bianchi ha collaborato con la band “Libero Ozio”, per la quale ha scritto i testi di due album:
- “Una sintesi di cose non indispensabili” (2018)
- “Seduti Fuori Campo” (2021)
Recentemente, ha avviato un nuovo progetto musicale chiamato “Dena Barrett”, con cui ha pubblicato l’album “Immobili a ballare” nel novembre del 2023.
I monologhi di Tommaso Bianchi
Oltre alla musica, Tommaso Bianchi ha scritto diversi monologhi, alcuni dei quali sono stati pubblicati nella rivista online “5avi”. Nel 2019, ha creato uno spettacolo di teatro/canzone collegato all’album “Una sintesi di cose non indispensabili”, portato in scena con la sua band.
Nel 2021, ha scritto la commedia “Un animale cattivo”, che esplora le dinamiche intime dell’amicizia maschile, ponendo la domanda: “Si ama un amico come si può amare un partner?” Sebbene questo spettacolo non sia ancora stato messo in scena, Tommaso non ha perso la speranza di vederlo realizzato in futuro.
Nel giugno 2024, in occasione della giornata “Studi Aperti” realizzata a Pietrasanta nella zona conosciuta come due laghi, Tommaso ha collaborato con il pittore Alessio Rossi per creare un’installazione unica. Il progetto combinava un monologo scritto per l’occasione con un’opera visiva: una TV a tubo catodico proiettava un video su una tela bianca, mentre un mp3 permetteva di ascoltare il monologo recitato. Questa installazione esplorava il rapporto tra il sé reale e il sé ideale, offrendo una riflessione intima e aperta all’interpretazione degli spettatori.
Tommaso Bianchi e i progetti futuri
Per quanto riguarda i progetti futuri Tommaso Bianchi sta attualmente lavorando per portare in scena i suoi monologhi, con l’obiettivo di presentare le sue opere ad agosto/settembre di quest’anno.
Bianchi è un artista che continua a esplorare nuovi modi di esprimere la sua creatività, sempre pronto a sfidare se stesso e a condividere le sue riflessioni profonde e personali con il pubblico.
“Se fossi in me, io, me ne fregherei di me. Me ne fregherei di tutte le volte che mi stacco da me stesso e inizio a guardarmi da dietro, da qua, sopra la spalla destra vicino all’orecchio. Me ne fregherei di quando io divento lo spettatore di me stesso. Ma non uno spettatore occasionale, da Blockbuster, no no, io divento il cinefilo che è andato tre volte a Cannes e dodici al festival di Venezia. Io critico. Io mi critico perché criticarmi mi aiuterà. Mi vedo camminare e subito penso: certo uno che sta così gobbo non deve avere una gran spina dorsale; questo è uno che ha bisogno che qualcun altro gli dica come si fanno le cose.”
Questo estratto tratta del dialogo interno e della costante autocritica che l’autore vive. Descrive una dinamica complessa e dolorosa con il proprio Io ideale, una figura che lo osserva e giudica continuamente. La metafora del cinefilo che ha partecipato ai festival di Cannes e Venezia raffigura quanto sia ossessivo e perfezionista questo giudice interno.
Spiegazione del testo del monologo
Il testo esplora la frustrazione di vedersi da fuori e giudicarsi severamente, il che porta a un senso di inadeguatezza e auto-sabotaggio. La critica sull’aspetto fisico e sul comportamento sociale evidenzia come questa autocritica influenzi negativamente l’autostima e la fiducia in se stessi. L’autore descrive come questo meccanismo di autocritica possa paralizzare e rendere difficile l’interazione sociale e la partecipazione attiva.
L’autore usa un tono ironico e autoironico, oscillando tra il tragico e il comico, per esprimere la sua lotta interna. La scena si conclude con una ribellione contro questo Io ideale, suggerita dallo psicologo dell’autore, come un tentativo di liberarsi da questa oppressione e accettare se stesso con tutte le sue imperfezioni.
Il monologo diventa così un’opera d’arte che esplora la psicologia dell’autore, toccando temi universali come l’autostima, l’accettazione di sé e la lotta contro l’autocritica distruttiva. La narrazione di Bianchi è profonda e toccante, permettendo agli ascoltatori di riflettere sulle proprie esperienze simili e trovare forse un modo per liberarsi dai propri giudici interni.