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Memoria e percezione: l’arte secondo Jacopo Martinotti

L’arte come atto di resistenza e trasformazione della storia

Jacopo Martinotti (Milano, 1995) esplora il potenziale creativo e critico del corpo, inteso come strumento di dialogo con la memoria e di interrogazione del presente. Le sue opere sono frammenti di un tempo passato che si riattualizza. Resti di una cultura che lo interpella e che egli rielabora in chiave poetica, evidenziandone la caducità e la mutevolezza.

La sua ricerca si muove tra performance, video e installazioni, con una particolare attenzione al linguaggio cinematografico e alla sua capacità di generare immagini e narrazioni. Attraverso la manipolazione di materiali e supporti diversi, Martinotti restituisce fisicità e matericità ai ricordi, ma al contempo ne svela il carattere effimero e illusorio. Un esempio emblematico è la videoproiezione Anno X.

Anno X di Jacopo Martinotti

Il cortometraggio, realizzato in 16mm, mostra l’ombra dell’artista proiettata sull’Altare della Patria, mentre riproduce gesti fascisti delle manifestazioni che si svolgevano in quel luogo.
Le mimiche militari si sovrappongono come spettri all’edificio monumentale, trasformandolo in uno schermo cinematografico. L’opera mette in scena una tensione tra passato e presente, tra realtà e finzione, tra memoria e oblio. Un’analoga tensione si ritrova in Narciso, un’installazione esposta a Palazzo Collicola di Spoleto nella mostra La Sostanza Agitata, curata da Saverio Verini.

L’opera di Jacopo Martinotti consiste in un rotolo di carta su cui sono stati ricalcati, con la tecnica del frottage, i motivi decorativi delle pavimentazioni mosaicali di una domus romana del I secolo d.C. Le tracce evanescenti dei mosaici si presentano come un possibile sipario, che rende visibile l’invisibile. Ma anche come una fragile struttura architettonica, che mette in discussione la solidità del passato.

La riflessione sul mezzo cinematografico e sulla sua relazione con il corpo e lo spazio si sviluppa anche in altre opere di Martinotti, come Divus, composta da due fotografie in cui la pellicola diventa elemento scultoreo, modellato dai gesti e dal corpo dell’artista, che lo trasforma in una macchina da proiezione. Anche The End, un’installazione sul fiume Po, dove un’insegna a led fissata su una barca illumina la notte. Come il titolo di coda di un film abbandonato alla deriva, che sembra un astro sospeso nell’oscurità.
L’opera invita a seguire il flusso del fiume, come il riflesso di un viaggio possibile.

ANNO X
2020
film in pellicola 16mm, b/n, 8’57’’
Premio AccadeMibact, Palazzo delle Esposizioni di Roma
Domani Qui Oggi – curated by Ilaria Gianni
courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma
photo Paolo Darra
NARCISO
2023
frottage su carta, grafite
dimensioni ambientali
dett. NARCISO
2023
THE END
2019
Solo Show
installation view
insegna luminosa a led, legno, barca da fiume
dimensioni ambientali
Po, località Maginot – Castelvetro Piacentino

JACOPO MARINOTTI

Jacopo Martinotti (Milano, 1995) è un artista visivo con base a Milano. Nel 2020, ha conseguito la laurea magistrale in Arti Visive e Studi Curatoriali presso la Nuova Accademia di Belle Arti (NABA). Nel 2022, ha tenuto il corso di Performing Arts come docente presso la stessa istituzione.

Martinotti ha partecipato a diverse mostre e premi. Nel 2023, ha preso parte a “La Sostanza Agitata”, curata da Saverio Verini presso Palazzo Collicola di Spoleto. Nel 2022, ha partecipato alla 21° edizione del Premio Cairo. Nel 2021, ha esposto nella mostra “Hic”, curata da Saverio Verini e Michele Tocca presso la z2o Sara Zanin Gallery di Roma, e a “Open Cinema” a Spazio Volta di Bergamo.

Tra i vincitori del Premio AccadeMibact nel 2020, Martinotti ha partecipato alla mostra “Qui Domani Oggi”, curata da Ilaria Gianni presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma. Il 2019 è stato l’anno di una mostra personale intitolata “The End”, all’interno del programma ArtDate Contemporary Art Festival di Bergamo.

Tra le altre mostre collettive principali a cui è stato coinvolto, si ricordano: “Agli Scultori Giovani” presso la Villa Necchi Campiglio; “Colore Semprevivo” in occasione del Premio d’Arte Città di Treviglio; “È il corpo che decide – Furla Series”, a cura di Marcello Maloberti presso il Museo del Novecento di Milano; la Biennale Giovani Monza nel 2017; e “The Great Learning”, a cura di Marco Scotini presso il Palazzo della Triennale di Milano. Nel 2018, ha partecipato alla residenza VIR Viafarini-In-Residence.

Categories: Artisti Temi
Nicola Gatti:

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