Il Polittico dell’Agnello Mistico di Jan e Hubert van Eyck torna visibile dopo il restauro in una teca microclimatizzata. Realizzato per la chiesa di San Bavone a Gand nel 1432, la pala è riuscita a resistere in tutto questo tempo alle varie vicissitudini che hanno portato allo smembramento e alla dislocazione.
Il restauro effettuato su questo polittico è a dir poco controverso : i restauratori hanno cambiato completamente i connotati dell’”agnello mistico”, rimuovendo una “ridipintura” non solo storicizzata ma quasi coeva, composta da pigmenti e tecniche simili. Gli occhi dell’agnello, la fisionomia del muso è totalmente modificata: da un muso animalesco si passa ad un muso più umano.
Nei primi decenni di vita, l’opera fu oggetto di grandissima ammirazione. Seguirono però turbolente vicissitudini: il primo intervento di restauro fu commissionato nel 1550 ed interessava la parte del retablo; succedettero nei secoli altri interventi di pulitura più profonda ( 1612, 1663, 1821, 1822 ect). Il peggio, però, doveva ancora avvenire.
La pala di Gand rischiò l’annientamento dalla furia iconoclasta protestante. Nel 1566, venne smontato dalla cappella Vijd e nascosto nella torre della cattedrale. Nel 1578, i calvinisti trovarono l’opera e la portarono nel Palazzo Comunale per venderlo alla regina Elisabetta I d’Inghilterra. L’ “affare” non andò in porto, e nel 1584 il polittico tornò nella cattedrale di Gand. Rischiò di perire tra le fiamme dell’incendio che distrusse il tetto di San Bavone nel 1640.
Nel 1781 Giuseppe II d’Asburgo-Lorena giunto in visita a Gand gli venne mostrato il polittico della cattedrale privo, però, dei due pannelli laterali con le figura nude di Adamo ed Eva (probabilmente ritenute troppo osé).
Questo primo DISTACCO fu l’inizio dello smembramento del retablo.
Nel 1794 con la Rivoluzione francese le truppe di Napoleone si impossessarono della parte centrale del polittico che venne portata a Parigi mentre le ante laterali furono lasciate in città, abbandonate in un deposito. La parte centrale ritornò a Gand solo nel 1816. Ma le ante laterali vennero improvvisamente vendute al collezionista Nieuwenhuys di Bruxelles, che le cedette al mercante Solly di Aquisgrana (1817) e che, a loro volta, andarono a finire nei Musei Reali di Berlino, quando Federico III imperatore di Prussia acquistò in blocco la collezione Solly (1821).
Nel frattempo a Gand erano rimaste la parte centrale del polittico e i due frammenti con Adamo ed Eva. Nel settembre 1822 scoppiò nel duomo un altro incendio che investì proprio la cappella Vijd: la parte centrale della pala venne molto danneggiata e bisognò far entrare nuovamente in azione i restauratori. Nel 1861 i pannelli con Adamo ed Eva lasciarono Gand per essere ceduti allo Stato belga ed esposti nel Musei Reali di Bruxelles.
Nella chiesa di San Bavone di originale restò solo la parte centrale. Le ante berlinesi originali, nel 1894, vennero segati in modo da poter esporre in museo.
I trattati di Versailles del 1919 obbligarono la Germania a restituire al Belgio le ante del polittico, anche le tavole con Adamo ed Eva rientrarono da Bruxelles. Nel 1920 il polittico di Gand risultava finalmente ricomposto nella sua sede originaria. Naturalmente la sfortuna della pala continuò : nella notte tra il 10 e l’11 aprile 1934 una banda di ladri entrò in San Bavone e sottrasse due tavole del polittico. L’11 maggio 1935 il San Giovanni Battista venne ritrovato, mentre i Giudici Giusti sparirono nel nulla.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Il complesso dell’Agnello Mistico venne di nuovo tolto dalla Cattedrale e nascosto: i tedeschi lo scovarono, lo prelevarono e lo nascosero prima a Neuschwanstein e poi nelle miniere di sale di Altaussee, dove nel 1945 venne ritrovato dai valorosi monuments men alleati. Nel 1945 la Pala venne ricomposta: anche se la parte raffigurante I Giudici Giusti continuava a mancare all’appello per il furto venne integrata con una copia. Il copista si prese una piccola libertà: modificò il profilo di uno dei Giudici Giusti per farlo assomigliare al sovrano regnante, Leopoldo III del Belgio.