Nel Rinascimento si sviluppò un nuovo modo di percepire la bellezza femminile, con una maggiore attenzione alla figura della donna e alla sua eleganza. In questo post esploreremo come la moda e la bellezza nel Rinascimento hanno influenzato la percezione di sé delle donne.
Un nuovo modo di percepire se stessi, soprattutto le donne
“La diversità de’ tempi, de’ luoghi, degli umori fa variabile la opinione della bellezza, di tal
maniera che ogni secolo, ogni provincia, ogni genio conosce caratteri differenti del bello, il quale muta secondo le mode e le costumanze diverse”.
Come si può capire da questa citazione di Francesco Beretta il problema del gusto e soprattutto il problema della bellezza sono tematiche che si presentano con una certa costanza nel corso della storia dell’arte.
Il Rinascimento è stato un periodo di cambiamento, di “rinascita” non solo in ambito filosofico, religioso, intellettuale e culturale ma anche dal punto di vista dei costumi e delle acconciature, moda e bellezza
La moda nel Rinascimento
La moda assunse un ruolo importante nell’Italia Rinascimentale che divenne fulcro di un grande sviluppo economico basato, soprattutto, sulla produzione tessile. Il Rinascimento vide l’affermarsi di un nuovo ideale di vita e il rifiorire degli studi umanistici e delle belle arti.
Il Rinascimento esalta il mondo greco-romano e condanna il Medioevo
La visione rinascimentale esalta il mondo greco-romano, condanna il Medioevo come un’era di barbarie e proclama la nuova epoca come era di luce e di rinascita del mondo classico.
L’uomo del Rinascimento si discosta completamente dall’uomo medievale, timorato di Dio, per poter rinascere consapevole di se stesso e del ruolo che gli spetta nel mondo; vengono riscoperte le Humanae litterae che portano l’uomo ad uno studio del classico e ad una riscoperta del mondo antico.
L’uomo diventa protagonista della natura e della storia, non più assoggettato alla forza divina; se nel Medioevo egli era subordinato al volere di Dio, nel Rinascimento diviene consapevole della sua posizione nell’universo e l’arte si trasforma nella manifestazione più alta dell’espressione umana.
La moda attraverso le opere del Rinascimento
Per studiare i cambiamenti che la moda ha subito nel corso dei secoli è necessario basarsi sul materiale pittorico, non possiamo sapere però quanto possano essere fedeli alla realtà di quel tempo queste fonti.
Verso la fine del XIV secolo non c’era una moda prevalente nelle città: per esempio la moda gotica indicava l’appartenenza sociale delle varie persone, nel Rinascimento le differenze tra classi si equilibravano e la moda nel vestire iniziò a individualizzarsi. La gente non aveva più paura di distinguersi.
La caratteristica principale dell’abbigliamento maschile e femminile nel Rinascimento era l’individualismo ed il corpo veniva trattato come un complesso plastico, inoltre c’è da aggiungere che le innovazioni che vennero introdotte nel campo dell’abbigliamento si rifletterono ed andarono di pari passo con l’interesse sempre più ossessivo per nuove acconciature.
Il viso, e di conseguenza la capigliatura come suo ornamento, divennero oggetto di una maniacale attenzione da parte sia delle donne che degli uomini.
Nel Rinascimento il volto, divenne ideale di bellezza femminile, un modo per rappresentare esteriormente l’anima ed i suoi moti.
La ritrattistica nel Rinascimento
Nel Rinascimento l’uomo diventa consapevole di essere artefice del proprio destino. Egli è il centro dell’universo, di conseguenza il ritratto tornò in auge e non fu più una prerogativa dell’aristocrazia; divenne uno status symbol anche della nuova classe sociale: la borghesia.
In questa epoca viene riscoperta la valenza del ritratto non solo come immagine commemorativa, ma assurge anche ad una funzione sociale. Naturalmente la ritrattistica Rinascimentale svolge un ruolo importante, non solo perché è la massima espressione del genio italiano ma anche perché grazie alle importanti committenze signorili il gusto per la raffigurazione acquista maggiore rilievo.
Si predilige la tendenza a rappresentare i tratti caratterizzanti e tipici della persona raffigurata che ne permettono l’immediata identificazione; tutto ciò fu, come sostiene Lucia Travaini influenzato dalle “fisiognomie storiche” : più precisamente un ritratto può essere stato modellato secondo norme o significati preconcetti.
Ritratti di profilo
I primi ritratti, infatti, sono emblematiche rappresentazioni di profilo che non riescono a far capire all’osservatore lo stato d’animo della persona raffigurata: gli occhi si vedono di profilo e i tratti somatici sono rigidi e semplificati.
I ritratti delle donne nel Rinascimento
A cavallo tra Quattrocento e Cinquecento, quindi, oltre ad avere importanza il ritratto dell’uomo d’arme che con i suoi attributi dimostra la potenza e l’importanza del ruolo che ricopre, la donna va ad occupare una posizione differente, ma non per uesto meno importante.
La donna nel Rinascimento viene raffigurata sia come moglie devota al marito e fedele al credo cattolico, sia come donna di un certo peso sociale e politico. Oltre al volto e all’abbigliamento, quello che colpisce l’osservatore sono i capelli molto spesso rappresentati con acconciature complicate ricche di gioielli, nastri e veli.
Il ritratto, perciò, si propone come specchio dell’anima, cerca di essere il riflesso dell’individuo, ad esempio: la bocca non viene più rappresentata come mera parte del viso ma grazie alla contrazione dei muscoli i pittori riescono a trasformarla in parte palpitante ed enigmatica del volto (si pensi al sorriso enigmatico della Monna Lisa di Leonardo da Vinci).
Continua con la seconda parte dell’articolo sulla bellezza delle donne nel Rinascimento.