Il video musicale Dust my Shoulders Off di JANE ZHANG, cantante orientale e da tanto che è meraviglioso e ben fatto ha Vinto nel 2017, uno dei premi più importanti: il Red Dot Design Award.
(In fondo all’articolo il video di Dust my Shoulders Off di JANE ZHANG)
Che cosa è il Red Dot Communication Design Award?
Il Red Dot Communication Design Award è uno dei più prestigiosi premi di design al mondo.
Il fine ultimo è quello di riconoscere l’eccezionale qualità di progettisti e produttori, fu istituito nel 1955 ed i premi vengono consegnati durante una cerimonia di gala che annualmente si svolge in Germania.
I prodotti che ricevono il premio vengono esposti nella mostra “Design on Stage” nel corso della leggendaria Designer’s Night all’E-Werk di Berlino .
Jane Zhang e Dust my Shoulders Off
Come una moderna alice nel paese delle meraviglie la cantante Zahng ci porta in un surreale e meraviglioso viaggio in alcuni dei capolavori dell’arte
La canzone narra di una persona che ha una giornata tosta sulle spalle ma che decide rapidamente di farsi scivolare i problemi di dosso.
Dust my Shoulders Off: il video di
Dust My Shoulders off, diretto dal regista Outerspace Leo, parte con la cantante stressata che cammina in una galleria d’arte e subisce telefonicamente la rabbia di quello che forse è il suo datore di lavoro (peraltro italiano) al quale lei risponde sommessamente. All’improvviso siamo catapultati all’interno dei dipinti stessi ove praticamente Jane è presente in ognuno di essi.
Al termine di questo fantastico viaggio la rivediamo camminare nella galleria d’arte, sempre a telefono, ma questa volta le arrabbiature del suo interlocutore sembrano non scalfirla più di tanto: ha deciso di scrollarsi i problemi di dosso e chiude la conversazione telefonica fingendo di non riuscire a sentire più il suo interlocutore.
Le opere scelte per il video
I dipinti scelti per la realizzazione del video sono famosissimi, vere e proprie pietre miliari dell’arte contemporanea:
- “I nottambuli” (1942) di Edward Hopper
- “Autoritratto” (1889) di Vincent van Gogh [nel quale Van Gogh viene morso ad un orecchio da Mike Tyson]
- “Le spigolatrici” (1857) di Jean-Francois Millet
- “La Ragazza col turbante o Ragazza con l’orecchino di perla” (1665) di Johannes Vermeer
- “Il mondo di Cristina” (1948) di Andrew Wyeth
- “Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande-Jatte” (1884) di Georges Seurat
- “L’urlo” (1893) di Edvard Munch [nel quale la memoria dell’urlatore viene cancellata dai Men in Black]
- “La tentazione di sant’Antonio” (1946) di Salvador Dalí
- “Salita e discesa” (1960) di Maurits Cornelis Escher
- “Altro mondo” (1946) di Maurits Cornelis Escher
- “Il figlio dell’uomo” (1964) di René Magritte
Ma qual è il concept di Dust My Shoulders off?
Ce lo dice la stessa Jane in un’intervista rilasciata a Singersroom:
“Vengo da una cultura diversa, quindi credo che ci siano molti modi diversi per trasmettere i nostri sentimenti. Ma devono esserci alcune somiglianze nella nostra vita perché siamo tutti esseri umani che si occupano di problemi di vita reale. Quindi ho voluto che il testo riflettesse la vita vera. Spero che chi ascolta la canzone, la senta come fossero le parole di un amico stretto al quale si sta raccontando di com’è andata la propria giornata. ”
Per rendere Dust My Shoulders off ancor più spettacolare lo studio Grass Jelly ha utilizzato un colorato mix di tecniche CG per creare un opera veramente originale dando nuova vita a famose opere d’arte.
Il progetto è stato un’impresa epica che ha richiesto un enorme livello di talento e perseveranza da parte dell’intero team CG. Tuttavia, grazie al grande lavoro di alta qualità “Dust My Shoulders Off” ha ottenuto qualcosa di spettacolare.
L’idea per la realizzazione il video è venuta dal regista Jen-Shuai Liao. Il team di Grass Jelly ha costruito un totale di 12 fondali basati su famose opere d’arte e poi ha aggiunto una serie di oggetti divertenti e idee creative. La giuria del DOT è rimasta particolarmente colpita dalle transizioni intelligenti e fluide tra le scene, che rappresentano un vero tour de force.
Dust My Shoulders off: Scena iniziale
Il regista e fondatore di Grass Jelly Muh Chen ha lavorato come VFX e supervisore all’animazione del progetto. Ha avuto la brillante idea, ovvero,per lo scatto introduttivo da una prospettiva in prima persona, in cui lo spettatore entra nel museo e sfoglia un FLYER della mostra. Per riprendere la lastra originale, il team ha attaccato una Blackmagic Pocket Camera alla spalla dell’attrice.
Poi, per generare la stabilità necessaria, ha solo finto di camminare. In post-produzione, la lastra è stata posizionata davanti alla telecamera 3D e, successivamente, sono stati creati il movimento della telecamera e il pavimento CG. Per lo scatto successivo, in cui il visitatore del museo alza lo sguardo dalla guida, gli artisti hanno utilizzato Camera Mapping per proiettare la lastra dell’Art Institute of Chicago come texture sul modello 3D. Nell’ultima fase, hanno unito il pavimento CG e le lastre originali per formare un insieme armonioso.
Il magico team ed i suoi riferimenti
Un totale di 15 persone al Grass Jelly Studio hanno lavorato al video musicale in un lasso di tempo molto breve: il processo di pre-produzione è durato un mese e il processo di produzione in loco doveva essere completato in tre mesi. Tra i programmi utlizzati c’erano Maya, 3ds Max, After Effects e Nuke.
Come prevedibile, i “capolavori” artistici originali hanno fornito i primi riferimenti al team, che ha studiato ampiamente queste immagini online. Ogni opera d’arte ha colori e pennellate molto diverse, il che ha reso il progetto ancora più complesso. Per trovare movimenti della telecamera analoghi alla sequenza pianificata, il team ha cercato esempi del passato.
Hanno elaborato il previz – inclusi lo storyboard e l’elenco delle riprese – in modo molto preciso in anticipo; questo era importante dato che le riprese dovevano seguirlo esattamente. Sul set hanno lavorato circa 50 persone e le riprese sono state effettuate in formato ArriRaw con un Alexa Mini. Durante le riprese, gli art designer e gli animatori 3D hanno modellato e testato gli effetti utilizzando i frame di stile.
Sfide dell’opera d’arte in Dust My Shoulders off
“I nottambuli” di Hopper
È stata una grande sfida girare le sequenze di apertura e di chiusura del dipinto “I nottambuli” di Hopper, perché la narrazione richiedeva un movimento della telecamera molto morbido e allo stesso tempo flessibile. Nonostante tutti gli sforzi compiuti sul set, il team ha dovuto comunque utilizzare una serie di tecniche di stabilizzazione e modifica del tempo in post-produzione per preparare il materiale nel modo più efficace possibile.
Maurits Cornelis Escher
Per le riprese della litografia di Maurits Cornelis Escher “Ascesa e discesa”, l’angolazione della telecamera per la lastra originale doveva corrispondere esattamente a quella dell’ambiente del castello 3D. Gli artisti hanno trascorso molto tempo a calcolare l’angolazione e l’altezza della telecamera nel software 3D in modo che l’illusione ottica funzionasse in seguito. Durante le riprese stesse, questi numeri sono stati fondamentali per ottenere la fusione ottimale tra lastra e scena 3D.
Nella pre-visualizzazione prima delle riprese, il team ha fissato in modo molto preciso il percorso in movimento della telecamera in “La tentazione di Sant’Antonio” di Salvador Dalí; tuttavia, nonostante la loro meticolosa preparazione, hanno dovuto affrontare diversi problemi inaspettati. Ad esempio, il raggio di movimento della gru telescopica della telecamera non era così flessibile come previsto, inoltre dovevano sincronizzare i movimenti del cantante con i movimenti della telecamera. Alla fine, la squadra ha dovuto fare diversi tentativi prima che potesse essere realizzato correttamente.
La Creazione di transizioni senza soluzione di continuità
Nel processo di post-produzione di Dust My Shoulders off, il team ha dovuto assicurarsi che la pittura del corpo degli attori corrispondesse esattamente ai colori dei dipinti originali, a volte fondendosi completamente con i tratti 3D. Le pennellate de “L’urlo” di Edvard Munch sono forti ed energiche, il che ha dato filo da torcere agli animatori, in particolare, il complesso compito di creare uno sfondo vibrante. Hanno risolto questa sfida utilizzando particelle e distorsioni per simulare i tratti. Per generare la perfetta connessione tra le lastre reali e le scene CG, il team ha prima regolato la velocità, quindi ha cercato elementi simili negli sfondi in termini di forma e colore, generando così composizioni prospettiche.
L’autoritratto di Vincent van Gogh
Il team ha lavorato all’Autoritratto di Vincent van Gogh per ultimo perché ci è voluto del tempo per raggiungere il tono e lo stile ottimali che collegassero il personaggio e lo sfondo del dipinto. Gli artisti sono giunti alla conclusione che la scena sembrava più naturale quando hanno inserito il vero colore del corpo nella scena pittorica. Lo hanno integrato nei tratti 3D, per cui hanno cercato di avvicinarsi il più possibile alla composizione del dipinto reale, che ha comportato un lungo processo di trasformazione dei singoli elementi. Successivamente, hanno aggiunto i movimenti adatti, quindi il metraggio grafico 3D è stato posizionato sullo sfondo.
“Dust My Shoulders off” è stato il primo grande progetto per Grass Jelly. Il team ha sicuramente affrontato una sfida importante nel crearlo, ma i loro sforzi sono stati completamente ripagati, offrendo agli artisti – e all’intera compagnia – una piattaforma completamente nuova per provare cose nuove e dimostrare il proprio talento.
Informazioni su Grass Jelly
Grass Jelly è stata fondata a Taipei, Taiwan nel 2005. Negli ultimi dieci anni, il team si è dedicato alla creazione di opere d’arte visive mozzafiato combinando la tradizionale arte cinematografica con la tecnologia digitale su molte piattaforme. I clienti di Grass Jelly includono Pepsi, Nike, Puma e Heineken, e il team ha già vinto diversi premi internazionali per il suo lavoro.
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