Siamo state a Livorno a visitare una mostra di una bellezza inaspettata: VITTORE GRUBICY DE DRAGON Un intellettuale-artista e la sua eredità. Aperture internazionali tra divisionismo e simbolismo.
Inaugurata lo scorso 8 aprile e sarà visitabile fino al 10 luglio 2022 al Museo della Città, a Livorno.
Vittore Grubicy De Dragon era un Intellettuale al contempo un singolare artista, ma anche gallerista e un vero e proprio scopritore di talenti. Un personaggio fondamentale che è stato decisivo sulla scena artistica internazionale tra il divisionismo e il simbolismo.
Una mostra molto ricca, nata dall’idea di Sergio Rebora e Aurora Scotti, promossa da Fondazione Livorno e realizzata da Fondazione Livorno – Arte e Cultura con il patrocinio del Comune di Livorno. Si raccontano le passioni, di un uomo straordinario, le sue scelte di vita, gli ambienti italiani e internazionali che frequentò, l’arte del suo tempo che percorse e guidò. Riesce a cogliere l’opportunità di un periodo in fermento e in evoluzione: si transita dalla scapigliatura, al divisionismo, cogliendo e rielaborando il fascino del giapponismo, giungendo sino agli esordi del futurismo. Arriva la passione incontrollabile per il Giappone e per l’arte e la cultura orientale.
Studia la lingua e scrittura giapponesi e raccoglie testimonianze importantissime della civiltà del Sol Levante. Contemporaneamente sostiene le prime istanze simboliste milanesi: Previati, innanzitutto, ma anche Conconi e Troubetzkoy.
Una mostra insolita e davvero molto interessante, ma che non mette in evidenza il vero lato di questo personaggio davvero insolito e poliedrico. Viene narrata la storia di un personaggio e della sua veste pubblica di intellettuale, e di scopritore di talenti e commerciante di opere d’arte, ma dal mio punto di vista viene trattato in modo superficiale questo lato affascinante e davvero molto importante l’arte di questo periodo storico