Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo lascia il Museo del Novecento di Milano .Si trasferisce nel Salone del Cinquecento a Palazzo Vecchio, a Firenze, per due mesi.
Ma ha davvero senso? Serve questo dipinto per commemorare la festa dei lavoratori?
Può essere uno strumento per farci capire qualcosa che ancora non abbiamo compreso?
Dal mio punto di vista serve davvero a poco, una trovata mediatica pericolosa, viste le grandi dimensioni del dipinto.
Qual è il senso di questa operazione che appare più come un’ostentazione?
Lasciamo rispondere a voi.
Una cosa è certa, il trasferimento de Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo poteva essere evitato, considerando il fatto che non c’è una mostra a giustificare questa azione, ma solo un’idea bizzarra di celebrare il 1° maggio con un dipinto posizionato in contesto fuori luogo, considerando che dovrebbe comunicare con gli affreschi Cinquecenteschi di Vasari, che vedono l’esercito di Cosimo I che sottomette il nemico…
Mi sembra evidente che non ci siano più limiti e tutele per quanto riguarda i dipinti, è quindi necessaria una ricorrenza per permettere uno spostamento?
Un’ opera d’arte, come lo è Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, intraprende un viaggio solo se non ci sono alternative. Il Museo del Novecento di Milano annuncia che Il Quarto Stato, “esce dalla sua teca in occasione del Primo Maggio” per condividere il messaggio di forza e speranza che sprigiona la marcia silenziosa e compatta“, probabilmente perché non vi è alcuna ragione scientifica che giustifichi lo spostamento.
Tralasciando polemiche varie, l’opera sarà visibile ovviamente a pagamento, solo il 1° maggio sarà GRATUITA, wow!
Può essere questa l’occasione per un approfondimento culturale?