Negli ultimi due anni, con l’avvento della pandemia, le mostre immersive, dedicate nella maggior parte dei casi ad artisti del passato, hanno preso sempre più piede.
Una vera e propria esperienza immersiva, in cui l’osservatore viene completamente avvolto dalle opere d’arte.
Un’esposizione virtuale sempre più apprezzata dal pubblico, più fruibile e di semplice comprensione, e ovviamente (elemento da non sottovalutare) instagrammabile, con un suo fascino tutto social.
Cosa sono le Mostre Immersive?
Non ci addentriamo nella tecnica delle mostre immersive, anche perché fondamentalmente non sono altro che delle proiezioni di artisti mainstream del passato su soffitti, pavimenti e pareti delle sale espositive, il tutto accompagnato da musiche suggestive, ma quello che rende l’esperienza unica sono i contenuti e l’armonia tra la parte musicale e le immagini.
Si ha la sensazione di essere totalmente avvolti dall’arte, un’esperienza carica di emozioni tanto da lasciare storditi.
I pareri sono contrastanti. Alcuni critici d’arte, nonostante il grande successo di questi eventi, non le apprezzano definendole solo degli spettacoli in cui viene mostrata poca arte.
Ma dall’altra parte c’è il pubblico, anche quello più irraggiungibile: i più giovani, la fascia di età che difficilmente è attratta dalle mostre e dai musei.
Perché risultano così affascinanti agli occhi dello spettatore?
Questo tipo di mostre sono delle vere e proprie esperienze sensoriali, permettono di entrare nelle opere d’arte, sono suggestive e azzerano i confini con l’opera stessa. Lo spettatore non è più passivo, ma si immerge divenendo parte integrante dell’opera.
Un’occasione per avvicinare due mondi totalmente distanti: il digitale e la storia dell’arte, un binomio di difficile comunicazione, ma che indubbiamente da 10 anni a questa parte sta facendo dei passi da gigante.
Ne è un esempio Inside Dalí a Firenze, la mostra sarà visitabile fino al 25 Aprile 2022, per saperne di più visitate il sito.