Due giardinieri titrovano Il Ritratto di Signora di Gustav Klimt! Ma come è successo?
Il Ritratto di Signora di Gustav Klimt venne rubato 22 anni fa.
Lo scorso anno, due giardinieri intenti a fare dei lavori di manutenzione nel giardino
che circonda la galleria a lato dello Stradone Farnese. Dentro un sacco nero è stata rinvenuta la tela, all’interno di una botola, chiusa da uno sportello in lamiera.
Il Ritratto di Signora, esposto nella Galleria Ricci-Oddi di Piacenza, fa parte di un gruppo di ritratti femminili realizzati da Klimt. Negli ultimi anni della sua attività, tra il 1916-1918, alcuni di questi sono rimasti incompiuti alla morte dell’artista.
Durante una ricerca condotta su tale dipinto è stata avanzata l’ipotesi che, al di sotto dell’attuale rappresentazione, potesse celarsi un altro Ritratto raffigurante una ragazza, realizzato dall’artista nel 1910, ed esposto a Dresda nel 1912, pubblicato nel 1917 e da quel momento dato per disperso.
Le Indagini Diagnostiche su Ritratto di Donna di Gustave Klimt
Per verificare questa ipotesi, sono state effettuate una serie di indagini diagnostiche, non invasive, alla ricerca del ritratto, presumibilmente, celato sotto gli strati di pittura.
Sono state utilizzate diverse analisi fra cui riflettografia, radiografia, fotografie a colori e infrarosso, queste indagini hanno consentito di realizzare una prima interpretazione dello stato di conservazione, delle tecniche pittoriche e dei materiali utilizzati.
Il dipinto presentava delle abrasioni, la superficie appariva moderatamente consumata e in alcune parti c’erano delle cadute dello strato pittorico: su alcuni contorni degli elementi del dipinto sono apparsi evidenti dei ritocchi eseguiti in tempi successivi.
La conferma delle indagini sull’opera di Gustave Klimt
Le indagini hanno confermato l’esistenza, al di sotto del dipinto visibile, di una stesura, precedente, riconducibile, probabilmente, al dipinto del 1910 dichiarato disperso, che rappresenta, nella stessa posizione la stessa modella, ma in un altro periodo, quello della giovinezza. Sono apparse, inoltre, tracce di un disegno preparatorio, in corrispondenza del cappello.
Non sono ancora chiare le dinamiche del furto, e ancora non si ha un colpevole, ma al furto aveva pensato, come riporta il Corriere della Sera, anche l’allora direttore del museo, Stefano Fugazza, nel 2009. Nel suo diario, sequestrato dagli inquirenti, si legge: “L’idea era proprio di organizzare deliberatamente il furto del Klimt poco prima della mostra. Dio mio, quello che poi accadde”.
Fugazza pensò ad un modo per promuovere scenograficamente l’esposizione artistica, anche se non è dato sapere se sapesse i dettagli della scomparsa dell’opera. Questo è ciò che contesta il pubblico ministero, Ornella Chicca, alla moglie dell’ex direttore, Rosella Tiadina: da qui l’accusa di ricettazione.
Il quadro dopo il restauro è tornato al proprio posto, ed è partito per la sua prima trasferta. È infatti uno dei 200 dipinti facenti parte della mostra di Gustave Klimt “La secessione e l’Italia” a Palazzo Braschi (dal 27 ottobre al 27 marzo 2022).
Indubbiamente è la mostra evento dell’anno a Roma e riporta nel nostro Paese l'”artista dello scandalo” austriaco, che nella Città eterna fu premiato all’Esposizione internazionale 1911, dopo aver partecipato con una sala personale alla Biennale di Venezia nel 1910.