Il furto di opere d’arte per estorsione ai danni dei proprietari, artnapping, è indubbiamente molto redditizia.
Uno dei primi casi conosciuti di artnapping fece talmente tanto clamore che venne citato nel primo film James Bond.
Ancora oggi se ne parla parla: è stato realizzato un film The Duke, fuori Concorso alla 77esima Mostra del Cinema, che racconta proprio questa vicissitudine, in maniera molto romanzata ed ironica.
La vendita del ritratto del Duca di Wellington di Goya
Tutto iniziò nel 1961, con la vendita da parte del Duca di Leeds del ritratto del Duca di Wellington. Un collezionista americano lo acquistò per 140mila sterline, ma il governo inglese si oppose, entrando all’asta e accaparrandosi il dipinto, con l’affermazione «Il quadro è un tesoro nazionale».
Il furto alla National Gallery di Londra da parte di un ex camionista
Poco tempo dopo l’acquisizione, il 21 agosto del 1961, Kempton Bunton, un ex camionista, rubò dalla National Gallery il Ritratto del Duca di Wellington, eseguito da Francisco Goya, nell’estate del 1812. Si perdono le tracce del dipinto, sembra letteralmente svanito nel nulla, si scatena il panico, e il caso diviene di primaria importanza.
La National Gallery fa il record di biglietti, considerando che fu il primo ed unico furto del museo londinese, Il vuoto del dipinto diviene esso stesso l’opera.
Il malvivente, all’epoca cinquantasettenne, fece irruzione nel museo con una scala, passando attraverso la finestra lasciata aperta di un bagno per uomini. Entrò indisturbato alle 5.50 del mattino, le guardie erano semplicemente addormentate.
Le intenzioni del ladro
Il furto del ritratto del Duca di Wellington non fu compiuto a scopo di lucro o per ottenere una ricompensa in denaro, ma piuttosto per una decisione politica.
A Bunton non piaceva, e considerava il quadro «bruttino» e il duca «un uomo che trattava gli uomini come cani e ha votato contro il suffragio universale». Il suo vero intento era quello di attirare l’attenzione.
Il furto dell’opera di Goya a scopo benefico
Il ladro, dopo essersi costituito, dichiarò di aver rubato il quadro per creare un fondo per le persone bisognose che non potevano pagare il canone televisivo: “Non ho mai avuto intenzione di trattenere nulla per me. Il mio unico scopo era che alle persone povere ed anziane, che nella nostra società del superfluo restano a quanto pare trascurate, venisse pagato il canone della televisione”.
Anche lui, da quanto dichiarato, era costretto a pagare il canone alla BBC, nonostante guardasse solo programmi privati.
La riconsegna del ritratto del Duca di Wellington e la condanna del ladro
Dal giorno del furto del ritratto del Duca di Wellington passarono quasi 4 anni senza notizie. Fino a quando, il 5 maggio 1965, un uomo, alto e magro con i capelli biondi, portò, al deposito dei bagagli della stazione di New Street a Birmingham, un pacchetto legato accuratamente e con la dicitura “FRAGILE, maneggiare con cura”.
A Ronald Lawson, funzionario di servizio, pagò sette scellini, si presentò come Mr Bloxham e ritirò la ricevuta bagagli riportante il numero F24458. Per ben 16 giorni l’opera impacchettata, rimase a giacere accanto agli altri bagagli.
La redazione del Daily Mirror, il 21 maggio, ricevette una lettera contenente la ricevuta bagagli F24458.
Di tutta fretta l’ispettore e sergente detective si diressero verso la stazione, all’alba del 22 maggio poterono stringere fra le mani “Il Duca”, in buono stato, ma senza cornice.
Furono fatti molti esami per certificarne l’autenticità e il buono stato, dopo cinque giorni il dipinto era di nuovo appeso.
Kempton Bunton si costituì, la condanna che subì fu mite, solo tre mesi di detenzione, per il furto e la distruzione della cornice.
Non fu possibile dimostrare che avesse avuto l’intenzione di tenersi il dipinto.