Nella Firenze del Quattrocento esistevano le così dette Corporazioni, sapete cosa erano e a cosa servivano?
Le corporazioni delle Arti e Mestieri, erano delle associazioni create a partire dal XII secolo in molte città europee per cercare di regolamentare e tutelare le attività degli appartenenti ad una stessa categoria professionale.
Concettualmente è un’idea di notevole modernità per l’Alto Medioevo (XII-XIII secolo), difatti se riflettiamo bene esse contribuirono in modo sostanziale al grandioso sviluppo economico di Firenze e costituirono la base per il fiorire dell’Umanesimo e del Rinascimento.
Il compito primario era la difesa dell’esclusiva commerciale dell’esercizio del proprio mestiere, ovvero il monopolio. Le Arti, infatti, erano associazioni laiche che nascevano per la difesa e il perseguimento di scopi comuni, e che riunivano gli appartenenti a una stessa categoria professionale promuovendone i mestieri e accordando loro protezione esterna.
Le Arti Maggiori
Le sette corporazioni che si formarono e presero il nome di Arti Maggiori, si erano costituite tra la seconda metà del XII secolo e la prima metà del XIII secolo, staccandosi progressivamente dalla corporazione “originaria” di Calimala.
La prima corporazione fu quella di Calimala
La prima delle Corporazioni fu quella di Calimala, o Arte dei Mercanti, che si formò nel 1150. Il nome Calimala deriva con molta probabilità dal greco “kalòs mallòs”, ovvero “bella lana”, con evidente riferimento al fatto che l’arte dei mercanti riuniva molti commercianti di lana. La via Calimala, all’epoca, era infatti ricca di botteghe dedite a questo commercio e qui si trovava la sede della corporazione.
Nell’anno 1266 la sede principale delle Arti Maggiori era ancora Calimala e in quell’anno venne deciso che queste società si organizzassero in modo ancora più stabile, ognuna con il proprio vessillo, sotto il quale radunare all’occorrenza il popolo in armi.
Gli iscritti a queste corporazioni si trovarono a gestire e ad amministrare grandi interessi e riuscirono a creare rapporti commerciali e finanziari in molte parti del mondo; il loro primato a livello economico li condusse entro la fine del Duecento alla guida della Repubblica Fiorentina, alla cui grandezza e splendore contribuirono significativamente dando il via a tutta quella serie di lavori pubblici che ancora oggi restano a testimoniare la ricchezza e la potenza della città.
Suddivisione fra Arti Maggiori e Arti Minori
Il sistema delle corporazioni era suddiviso in Arti Maggiori e Arti Minori: naturalmente le maggiori erano quelle che avevano una valenza più importante.
Si suddividevano perciò in ARTI MAGGIORI di cui facevano parte:
- Arte dei Giudici e Notai
- Arte dei Mercanti (o di Calimala)
- Arte del Cambio
- Arte della Lana
- Arte della Seta ( o di Por Santa Maria)
- Arte dei Medici e Speziali
- Arte dei Vaiai e Pellicciai
Orsanmichele
Orsanmichele rappresentò il Tempio delle Arti. In origine, nello stesso luogo, c’era una piccola chiesa chiamata San Michele in Orto – da qui il nome Orsanmichele – distrutta per volontà di Arnolfo di Cambio nel 1290 così da far posto a un mercato delle granaglie. Alla fine del 1400, con la chiusura delle pareti del loggiato, l’edificio fu di nuovo convertito in chiesa. Lungo il perimetro esterno della chiesa si trovano delle nicchie ospitanti i santi patroni delle Corporazioni delle Arti e dei Mestieri e, al disopra di esse, dei medaglioni con il rispettivo stemma dell’arte protetta da ciascun santo.
L’Arte del Cambio
L’Arte del Cambio scelse Il San Matteo come protettore della corporazione e chiese a L. Ghiberti di fondere una statua in bronzo. A lavoro ultimato, nel 1423, Ghiberti ricevette la somma di 650 fiorini come compenso. C’è inoltre una stranezza relativa all’opera: come normalmente accadeva, la testa ed il corpo del santo vennero fusi separatamente e poi uniti, ma a quanto pare l’artista fallì la prima gettata e dovette quindi pagare a sue spese una seconda fusione.