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Villa Puccini di Torre del Lago Non Smette di Stupire

Un’inaspettata scoperta ha sorpreso tutti! In seguito ai lavori di restauro è riemerso un ciclo decorativo. Il soggetto riguarda delle marine è probabile che risalga al 1905 – 1910.

Alla Villa Museo di Giacomo Puccini a Torre del Lago, la residenza tanto amata dall’artista Giacomo Puccini continua a stupire. Da anni sono in corso i lavori di restauro che interessano diverse stanze dell’abitazione, durante i quali è emerso un ciclo decorativo a tempera, rimasto celato dalle sete di rivestimento delle pareti della sala Omnibus. Era la sala in cui componeva e riceveva gli ospiti.
Le decorazioni sono state ritrovate nella fascia tra il soffitto a cassettoni e le finestre, è probabile che si trovino su tutti i lati della stanza.
Su un fondo verde spiccano soggetti marini: coralli di un color rosso vivace e delle carpe bianche dal muso scuro.
La decorazione segue il gusto del compositore, che amava molto i temi legati al Giappone, i soggetti ricordano quelli visibili in vasi e ceramiche eseguiti d Galileo Chini.

Puccini si occupò personalmente della realizzazione dell’amatissima villa, con l’aiuto di Galileo Chini e Plinio Nomellini, in collaborazione con gli architetti Luigi De Servi e Giuseppe Puccinelli. Le fonti raccontato che Plinio dipinse delle figure sulle pareti, ma a causa dell’umidità si danneggiarono. Siamo a conoscenza che le decorazioni di Nomellini si annerirono e l’umidità le  deturpò, per questo motivo furono ricoperte da stoffe, fino ad oggi si pensava che sotto non ci fosse più nulla.
La scoperta è stata ancor più sorprendente! Durante lo smontaggio delle sete sono spuntate queste decorazioni. Sono databili intorno al 1905-1910, successive a quelle di Nomellini, nell’archivio Puccini sono conservate delle foto dell’epoc, che documentano la presenza di questo ciclo.
In questo periodo di restauro le stoffe e le decorazioni saranno studiate e documentate.

Approfittate dell’occasione: saranno visibili al pubblico per tutta l’estate.

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Chiara Martine Menchetti: Storica dell’arte specializzata in iconografia e iconologia con una specializzazione in Storia dell’arte all’università di Pisa. Si forma professionalmente prima come assistente di galleria, Barbara Paci, poi come Direttrice della Galleria Vecchiato Arte. Dal 2019 collabora per Art-Test, società di studi e analisi diagnostiche, per attribuzioni e autenticazioni. Fondatrice del blog Mag Arte, vive di arte e di mare. Ma il suo vero sogno sarebbe stato fare la cantante, cabarettista e ballerina.

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  • Le pitture a carattere orientalista “ritrovate”, non hanno nessun valore artistico, si tratta di semplici elementi decorativi, nei quali si denota la mano di un decoratore, (come ipotesi di studio, ma da approfondire, potrebbe essere il talentoso Domenico Ghiselli); però siamo estremamente lontani dai grandissimi artisti citati: Galileo Chini e Plinio Nomellini… considerando inoltre che l’aspetto attuale della sala Omnibus è frutto di interventi decorativi cronologicamente successivi, voluti da Puccini ed eseguiti dalle sue maestranze, cambiamenti intrapresi per due motivi, il primo perché il vecchio apparato decorativo a causa dell’umidità versava in stato di evidente degrado, el secondo per il progressivo variare del gusto, verso soluzioni estetiche classiciste di stampo neo-rinascimentale, si può immaginare ad una sorta di “riordino” che aveva interessato tutti i campi artistici a discapito delle precedenti sperimentazioni Art-Nouveau…pertanto recuperare a “vista” questa decorazione non ha nessun senso, poiché fanno parte di scelte precedenti e non legate all’espetto attuale della sala, modificarne l’aspettò significherebbe alterare un’estetica ormai universalmente riconosciuta e divenuta “iconografica” ed identificativa dell’abitazione del maestro; dal momento è stata trasformata la villa a “casa museo” quest’immagine è stata riprodotta constantemente su cartoline e volumi….

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