È stato ritrovato un segnalibro fra le pagine di un volume sulla Rivoluzione Francese, a disegnarlo Vincent Van Gogh.
Certo è rarissimo trovare opere rimaste sconosciute nel tempo, soprattutto se a realizzarle è Vincent van Gogh.
La miniatura di Van Gogh
I ricercatori hanno sorprendentemente portato alla luce un’opera in miniatura del pittore olandese. Un segnalibro rimasto nascosto per ben 140 anni.
Tre schizzi in sequenza verticale ritraggono dei contadini. L’opera è attualmente esposta, insieme ad alcune opere di Claude Monet, Edgar Degas, Henri de Toulouse-Lautrec, Edvard Munch e Adolphe Appian, al Van Gogh Museum di Amsterdam, in occasione della mostra “Here to Stay”, aperta fino al 12 settembre.
Sono schizzi informali, molto piccoli, questo caratterizza ancor più la rarità del ritrovamento. Teio Meedendorp, ricercatore senior del Van Gogh Museum afferma “Piccoli schizzi informali come questi, davvero minuscoli, sono ancora più rari e praticamente limitati a raffigurazioni di lettere”.
Gli schizzi sono sintetici, senza colore e il tratto è grezzo e nervoso. Repentine tracce nere colgono il momento di una passeggiata in solitudine di una donna in campagna.
Potrebbe aver eseguito questi preziosissimi schizzi nel 1881, in un villaggio dei Paesi Bassi, chiamato Etten. Paese di origine dei genitori del pittore, luogo che ha ispirato molti dei suoi lavori che ritraggono contadini locali.
In questi schizzi, l’artista analizza la quotidianità esaltando la virtù dei fenomeni più umili della vita contadina. Riesce a rappresentare l’armonia tra la natura e l’uomo, sottolineando le emozioni umane.
Meedendorp e l’Ipotesi del Segnalibro
Meedendorp ipotizza «Credo che sia stato creato come un segnalibro», visto che i bozzetti sono stati rinvenuti su un cartoncino contenuto nella “Histoire d’un Paysan”, un romanzo dedicato alla Rivoluzione francese, regalato nel 1883 da Van Gogh all’amico e artista olandese Anthon van Rappard.
Si conobbero nel 1880 grazie al fratello Theo, in quell’anno iniziarono ad inviarsi lettere ed ebbero modo di raccontarsi i propri interessi e collezioni comuni, fino a discutere di tecniche e tematiche artistiche. Con la morte di Van Rappard, il libro fu ereditato dalla moglie, rimanendo proprietà della famiglia fino al 2019 e venendo poi ceduto al polo culturale per favorirne la valorizzazione.