Se non Ricordate Pilade Bertieri niente di Grave, è uno dei Dimenticati dell’Arte!
Amico di Giacomo Balla, partecipò a ben due biennali di Venezia. Raccolse molti successi da Parigi a New York.
Il suo esordio fu sbalorditivo: a soli 24 anni partecipò alla Promotrice di Torino, l’anno successivo venne invitato alla Biennale di Venezia come rappresentante del Piemonte e nel 1900 il Museo Civico di Torino acquista il dipinto il Confronto. E nel 1901 espone nuovamente alla Biennale con il dipinto La nascita a casa del povero, vicino allo stile dell’amico Giuseppe Pellizza da Volpedo.
Fu in grado di fondere il realismo e la visione fantastica, proprio per questo a Pilade l’ambiente artistico italiano stava stretto, nonostante, le innegabili soddisfazioni e il grande successo.
Nel 1901 decise di partire alla volta alla volta di New York, e in breve tempo divenne uno dei pittori più ricercati fra gli esponenti dell’alta società. Gli furono commissionati, in particolar modo, ritratti a mezzo busto, che ricordavano la leggerezza dello stile di Sargent.
In men che non si dica Bertieri si inserisce nella high society newyorkese, grazie anche al matrimonio con Genevieve Wilson (nipote dello scrittore Washington Irwin).
Dagli Stati Uniti, la coppia si trasferisce nel vecchio continente. Decisero di stabilirsi a Londra. Nel 1909 Bertieri lavora nell’ex atelier di James Abbott McNeill Whistler a Chelsea.
È qui che nascono i migliori quadri, fra cui l Ritratto in rosso (1909), acquistato da Palma Bucarelli per conto dello Stato italiano nel 1943 alla Galleria delle Terme a Roma e oggi conservato al Museo Boncompagni Ludovisi. Un altro capolavoro proprio di questi anni è Lady in black furs (1912), che venne acquistato nel 1914 dalla Walker Art Gallery di Liverpool.
Esempi dello stile ormai maturo dell’artista che fonde il verismo di Grosso e Tallone con le novità portate da Sargent e Whistler, rimanendo fedele alla sua conoscenza della fotografia e all’amicizia giovanile con Balla e Pellizza da Volpedo.
Dopo Londra si trasferisce a Parigi nel 1920, e qui continua a lavorare su commissione. Nel 1926 gli venne conferito il titolo Sociétaire de La Société Nationale des Beaux Arts ed è chiamato a scegliere le opere per i Salons.
Conobbe e frequentò Giuseppe Boldini, oltre ai ritratti cominciò a dipingere i paesaggi, che sembrano ricordare il pointilliste.
Il 1932 è l’ultima volta in cui partecipa al Salon de la Société des Beaux Arts, poiché a causa di una malattia agli occhi non riesce a dipingere.
Scelse di abbandonare la pittura ad olio per dedicarsi al disegno, con un immaginario diverso, legato a tematiche simboliste, a tratti grottesche.
Dal 1939 si trasferisce a Roma, dove trascorrerà gli ultimi anni della sua vita. Qui lavorerà molto intensamente sviluppando uno suo personalissimo stile.