Palazzo Blu, a Pisa, ospita la mostra “De Chirico e la Metafisica”. Ripercorre la carriera dell’artista dando modo di scoprire anche la collezione privata di de Chirico. È composta da molte opere proventi dalla Galleria Nazionale di Roma, donate nel 1987 da Isabella, moglie del pittore, e dalla Fondazione Giorgio e Isa De Chirico. Giorgio de Chirico, nasce nel 1888 a Volos, figlio di un ingegnere ferroviario, in Grecia per lavoro. Quando il padre morì si trasferì a Milano, poi a Firenze con la madre e il fratello, con i quali avrà un forte legame per tutta la vita. Frequenta l’Accademia di Belle Arti a Monaco ed è proprio qui che entrerà in contatto con la filosofia di Nietzsche, Schopenhauer e con la pittura di Arnold Böcklin. Nel 1911 si trasferirà a Parigi dal fratello e sarà l’occasione di esporre al Salon d’Automne e al Salon des Indépendants. Durante lo scoppio della Prima Guerra Mondiale rientra in Italia, dopo essersi arruolato andrà a Ferrara dove, avrà la possibilità di conoscere Carlo Carrà e grazie a questo incontro nascerà ufficialmente la pittura metafisica.
Questa esposizione, suddivisa in 7 sezioni, vuole ripercorrere la storia artistica di de Chirico. Entrando nella sala degli Autoritratti, veniamo accolti dall’immagine dell’artista che ci accompagnerà per tutto il percorso.
Proseguendo si incontra il Prologo, titolo della sala successiva, qui possiamo vedere un’opera che non ci aspetteremo: Lotta di Centauri (1909), omaggio alla sua patria, la Tessaglia, terra di atmosfere incantate e spettrali, popolata da esseri favolosi.
La metafisica e i suoi ritorni è il titolo scelto per la sala successiva, qui sono esposte opere dalla forza evocativa del mistero e l’enigma metafisico, in cui si rimane nell’attesa di un evento che sta per accadere, ma tutto rimane immutato e immobile. Muse inquietanti (1917) è il dipinto che al meglio esprime questo concetto.
Nella destra sul fondo si può riconoscere la sagoma del castello Estense Ferrarese, a sinistra il fumo rigettato fuori dalle ciminiere, ci sono segni di presenza umana. Le statue manichino sono al centro, sul palco. Tutto è caratterizzato da un colore dorato e caldo, il silenzio e l’immobilità, i veri protagonisti, che ti catturano e ti catapultano in una realtà metafisica, dove lo spazio il tempo sono sospesi. Si prosegue verso un altro argomento: Il classicismo e l’espansione della Metafisica, è evidente il cambiamento artistico avvenuto in de Chirico, dovuto alla necessità di restaurazione, un’esigenza avvertita nel dopo guerra, che spingeva gli artisti a prendere ispirazione da fonti più̀ vere e originali, ripartendo da un rinnovato studio dei maestri rinascimentali.
La Seconda Metafisica ha origine dalla controversia con i surrealisti, che non accettano le nuove ricerche. La critica non perde occasione per evidenziare la grande importanza internazionale di de Chirico, accostando il suo nome a quello di Picasso come protagonista dell’arte del XX secolo. Si continua con la sala Dal realismo al barocco, in cui si possono notare le variazioni su temi stilistici già trattati e con un evidente passione per lo studio della tradizione pittorica antica e al culto della “grande pittura”.
Si giunge al termine con La Neometafisica che descrive come la pittura metafisica si contamini con alcune sue opere degli Anni Venti e Trenta. Il percorso volge al termine con il famoso Autoritratto nudo (1945), un pittore svestito, un de Chirico che si è messo a nudo raccontando la sua vita e la sua storia.
La mostra è visitabile fino al 5 Settembre 2021. Non è obbligatoria la prenotazione nel week end.